La malattia da reflusso gastro-esofageo: dall'origine al trattamento
459 voti
Descrizione
Perché seguire questo corso FAD ECM sulla malattia da reflusso gastro-esofageo
Più di una persona su dieci ha sintomi da reflusso gastro-esofageo. L'approccio alla condizione è definito da linee guida che devono essere calate nella realtà clinica quotidiana. Questo corso offre una panoramica aggiornata ed evidence based su quanto noto a oggi e sui comportamenti da tenere.
Che cosa imparerai seguendo questo corso
Quale esame va prescritto per fare diagnosi? Quando va chiesto? E' meglio fare prima una terapia ex adiuvantibus o avere prima una diagnosi di certezza? Quali sono i consigli per migliorare la condizione? Quali farmaci sono indicati e per quanto tempo? Qual è l'evoluzione della condizione? Sono solo alcune delle domande che trovano risposta in questo corso.
A chi è dedicato questo corso ECM
Questo corso si rivolge a tutti gli operatori sanitari vista la trasversalità della condizione e l'interesse per l'argomento. Ogni operatore troverà spunti utili per la propria professione.
Che cosa comprende il corso
Il corso FAD ECM comprende un dossier ricco di riferimenti bibliografici per chi volesse approfondire l'argomento, due casi di pratica clinica con cui cimentarsi e un questionario ECM randomizzato con soglia di superamento al 75% delle risposte corrette, oltre al questionario di gradimento con possibilità di lasciare commenti in aperto sul corso svolto.
È disponibile l’e-book “La malattia da reflusso gastro-esofageo: dall’origine al trattamento”,
clicca per acquistarlo in formato ePub o Kindle
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Aperto a
medici chirurghi, infermieri, ostetriche/i, farmacisti, assistenti sanitari, biologi, chimici, dietisti, educatori professionali, fisici, fisioterapisti, igienisti dentali, infermieri pediatrici, logopedisti, massofisioterapisti, odontoiatri, ortottisti/assistenti di oftalmologia, podologi, psicologi, tecnici audiometristi, tecnici audioprotesisti, tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, tecnici della riabilitazione psichiatrica, tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, tecnici di neurofisiopatologia, tecnici ortopedici, tecnici sanitari di radiologia medica, tecnici sanitari laboratorio biomedico, terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, terapisti occupazionali, veterinari
Obiettivo nazionale
Area obiettivi: Area degli obiettivi formativi di sistema
Obiettivo formativo: Applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle procedure dell'evidence based practice (EBM - EBN - EBP)
Cimentati con un caso del corso
È un tranquillo martedì pomeriggio nello studio di medicina generale del dottor Debiasi quando Giuliana, la segretaria, bussa alla porta.
“Mi scusi, dottore, ci sarebbe il signor Crivellaro che chiede se ha un minuto da dedicargli…”
Il medico guarda l’agenda degli appuntamenti e fa cenno a Giuliana di farlo accomodare.
“Buongiorno, signor Crivellaro, è un po’ che non ci vediamo. Cosa la porta qui oggi?”
“Guardi, dottore, da circa tre mesi ho una tosse secca che non mi lascia in pace. Subito non mi sono preoccupato, ma ultimamente la notte non riesco a dormire e con il lavoro che faccio sta diventando un problema”.
Luca ricorda che il signor Crivellaro è un autista di pullman, per cui comprende le sue preoccupazioni riguardo ai possibili colpi di sonno al volante. Aprendo la cartella clinica passa in rassegna i dati anamnestici del suo paziente: Pietro ha 43 anni, non fuma, non beve alcolici se non occasionalmente ed effettua regolare attività fisica. L’unica patologia segnata è un’asma bronchiale diagnosticata pochi anni fa e ben controllata con una somministrazione giornaliera di fluticasone/vilanterolo.
“L’asma va sempre bene con la solita terapia?”
“Onestamente mi sembra di stare bene da quel punto di vista, non mi manca il fiato quando mi alleno ma la tosse, in effetti, mi tormenta ogni tanto anche mentre faccio sport”.
Il medico invita il paziente ad accomodarsi sul lettino per la visita. I parametri vitali sono nella norma, ma auscultando i polmoni si sentono alcuni sibili all’espirazione forzata. Decide quindi di inviare il suo paziente a effettuare una spirometria e una visita pneumologica di controllo per escludere un peggioramento dell’asma.
Pietro torna il mese dopo portando con sé i risultati degli accertamenti. Lo pneumologo esclude che il problema attuale sia legato all’asma e suggerisce di orientarsi verso diagnosi alternative che possano spiegare la presenza della tosse.
“Lo pneumologo non ha dubbi, non è l’asma a farla tossire, per cui escludiamo questa ipotesi. Intanto, come va la tosse?”
“Mah, va e viene a seconda dei periodi. Piuttosto da due o tre settimane mi è venuto un gran mal di stomaco ma penso sia dovuto al fatto che sono preoccupato per mia figlia che non sta bene e ha problemi col fidanzato”.
Il medico ascolta con attenzione il racconto di Pietro e cerca di unire i due sintomi riferiti, cioè la tosse e il mal di stomaco, facendo ulteriori domande su quest’ultimo.
“Dottore, digerisco male, mi sembra di essere sempre gonfio come un pallone e ogni tanto sento delle fitte qui” dice indicando il precordio.
“Capisco... e mi sembra che i suoi sintomi potrebbero essere tutti spiegati da un reflusso gastro-esofageo” dice il medico a Pietro.
“Mi scusi, dottore, ci sarebbe il signor Crivellaro che chiede se ha un minuto da dedicargli…”
Il medico guarda l’agenda degli appuntamenti e fa cenno a Giuliana di farlo accomodare.
“Buongiorno, signor Crivellaro, è un po’ che non ci vediamo. Cosa la porta qui oggi?”
“Guardi, dottore, da circa tre mesi ho una tosse secca che non mi lascia in pace. Subito non mi sono preoccupato, ma ultimamente la notte non riesco a dormire e con il lavoro che faccio sta diventando un problema”.
Luca ricorda che il signor Crivellaro è un autista di pullman, per cui comprende le sue preoccupazioni riguardo ai possibili colpi di sonno al volante. Aprendo la cartella clinica passa in rassegna i dati anamnestici del suo paziente: Pietro ha 43 anni, non fuma, non beve alcolici se non occasionalmente ed effettua regolare attività fisica. L’unica patologia segnata è un’asma bronchiale diagnosticata pochi anni fa e ben controllata con una somministrazione giornaliera di fluticasone/vilanterolo.
“L’asma va sempre bene con la solita terapia?”
“Onestamente mi sembra di stare bene da quel punto di vista, non mi manca il fiato quando mi alleno ma la tosse, in effetti, mi tormenta ogni tanto anche mentre faccio sport”.
Il medico invita il paziente ad accomodarsi sul lettino per la visita. I parametri vitali sono nella norma, ma auscultando i polmoni si sentono alcuni sibili all’espirazione forzata. Decide quindi di inviare il suo paziente a effettuare una spirometria e una visita pneumologica di controllo per escludere un peggioramento dell’asma.
Pietro torna il mese dopo portando con sé i risultati degli accertamenti. Lo pneumologo esclude che il problema attuale sia legato all’asma e suggerisce di orientarsi verso diagnosi alternative che possano spiegare la presenza della tosse.
“Lo pneumologo non ha dubbi, non è l’asma a farla tossire, per cui escludiamo questa ipotesi. Intanto, come va la tosse?”
“Mah, va e viene a seconda dei periodi. Piuttosto da due o tre settimane mi è venuto un gran mal di stomaco ma penso sia dovuto al fatto che sono preoccupato per mia figlia che non sta bene e ha problemi col fidanzato”.
Il medico ascolta con attenzione il racconto di Pietro e cerca di unire i due sintomi riferiti, cioè la tosse e il mal di stomaco, facendo ulteriori domande su quest’ultimo.
“Dottore, digerisco male, mi sembra di essere sempre gonfio come un pallone e ogni tanto sento delle fitte qui” dice indicando il precordio.
“Capisco... e mi sembra che i suoi sintomi potrebbero essere tutti spiegati da un reflusso gastro-esofageo” dice il medico a Pietro.
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