Il tromboembolismo venoso
Descrizione
Perché seguire questo corso FAD ECM sul tromboembolismo venoso
Una trombosi venosa profonda non riconosciuta per tempo può comportare conseguenze gravi per la salute, fino all'embolia polmonare. Il tromboembolismo venoso, in tutte le sue forme, è un'evenienza comune che va gestita correttamente.
Che cosa imparerai seguendo questo corso
Al termine del corso avrai acquisito le conoscenze riguardo all'epidemiologia di trombosi venosa profonda e tromboembolia polmonare, avrai gli elementi per valutare i sintomi di presentazione e per scegliere gli esami di laboratorio e strumentali adeguati per le diverse circostanze. Saprai quali sono i trattamenti da impostare per la gestione del paziente e quali sono indispensabili per prevenire danni maggiori.
Al termine del corso avrai acquisito le conoscenze riguardo all'epidemiologia di trombosi venosa profonda e tromboembolia polmonare, avrai gli elementi per valutare i sintomi di presentazione e per scegliere gli esami di laboratorio e strumentali adeguati per le diverse circostanze. Saprai quali sono i trattamenti da impostare per la gestione del paziente e quali sono indispensabili per prevenire danni maggiori.
A chi è dedicato questo corso ECM
Vista la diffusione del tromboembolismo venoso e gli aspetti legati sia alla cura sia all'assistenza, questo corso si rivolge a tutti gli operatori sanitari.
Che cosa comprende il corso
Il corso FAD ECM comprende un dossier ricco di riferimenti bibliografici per chi volesse approfondire l'argomento, tre casi di pratica clinica con cui cimentarsi e un questionario ECM randomizzato con soglia di superamento al 75% delle risposte corrette, oltre al questionario di gradimento con possibilità di lasciare commenti in aperto sul corso svolto.
Aperto a
medici chirurghi, infermieri, ostetriche/i, farmacisti, assistenti sanitari, biologi, chimici, dietisti, educatori professionali, fisici, fisioterapisti, igienisti dentali, infermieri pediatrici, logopedisti, massofisioterapisti, odontoiatri, ortottisti/assistenti di oftalmologia, podologi, psicologi, tecnici audiometristi, tecnici audioprotesisti, tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, tecnici della riabilitazione psichiatrica, tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, tecnici di neurofisiopatologia, tecnici ortopedici, tecnici sanitari di radiologia medica, tecnici sanitari laboratorio biomedico, terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, terapisti occupazionali, veterinari
Obiettivo nazionale
Area obiettivi: Area degli obiettivi formativi di sistema
Obiettivo formativo: Applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle procedure dell'evidence based practice (EBM - EBN - EBP)
Cimentati con un caso del corso
“Buonasera, signora, mi dica” la voce del giovane infermiere del triage del Pronto Soccorso arriva chiara a Teresa oltre il vetro. Le parole dette dall’infermiere al microfono sono leggermente distorte dalla presenza della barriera di vetro, ma ben comprensibili grazie a un piccolo altoparlante.
Teresa in quel Pronto soccorso c’è già stata alcuni anni fa, ma allora era diverso. La stanza era più piccola, non c’erano i vetri e le doppie porte che dividono adesso la sala d’attesa dall’area del triage. Allora l’infermiere aveva una scrivania da dove andava e veniva per parlare con i nuovi arrivati al Pronto soccorso.
“Buonasera” risponde Teresa “da qualche ora mi manca il fiato anche se cammino molto lenta. Io fumo, il fiato a volte è un poco corto, se cammino veloce, ma così corto non mi è mai capitato. Faccio fatica a respirare!”.
L’infermiere osserva Teresa, fa una breve pausa e le chiede: “Può darmi la tessera sanitaria?”
Teresa, pronta, gli passa la tessera sotto il vetro divisorio. L’infermiere comincia a scrivere al computer. Dopo poco le dice: “Entri dalla porta alla sua destra”. La porta fa click come quella del portone del suo condominio. Teresa entra e si trova una seconda porta che fa click anche questa per aprirsi sul corridoio interno del Pronto soccorso. Le viene incontro l’infermiere di prima che, visto in piedi, le sembra ancora più giovane di prima. “Si sieda signora che le provo la pressione e la saturazione”.
“Grazie” risponde con affanno la donna.
La pressione è nei limiti, la saturazione d’ossigeno periferica in aria ambiente è 92%. La donna viene inviata in radiologia per una radiografia del torace, dopo aver eseguito un elettrocardiogramma che risulta normale.
Teresa aspetta davanti alla sala di radiologia e quando la chiamano si alza ma ha un senso di mancamento tanto che cadrebbe a terra priva di coscienza se non venisse sostenuta da un’infermiera che la invita a stendersi su un lettino.
Teresa in quel Pronto soccorso c’è già stata alcuni anni fa, ma allora era diverso. La stanza era più piccola, non c’erano i vetri e le doppie porte che dividono adesso la sala d’attesa dall’area del triage. Allora l’infermiere aveva una scrivania da dove andava e veniva per parlare con i nuovi arrivati al Pronto soccorso.
“Buonasera” risponde Teresa “da qualche ora mi manca il fiato anche se cammino molto lenta. Io fumo, il fiato a volte è un poco corto, se cammino veloce, ma così corto non mi è mai capitato. Faccio fatica a respirare!”.
L’infermiere osserva Teresa, fa una breve pausa e le chiede: “Può darmi la tessera sanitaria?”
Teresa, pronta, gli passa la tessera sotto il vetro divisorio. L’infermiere comincia a scrivere al computer. Dopo poco le dice: “Entri dalla porta alla sua destra”. La porta fa click come quella del portone del suo condominio. Teresa entra e si trova una seconda porta che fa click anche questa per aprirsi sul corridoio interno del Pronto soccorso. Le viene incontro l’infermiere di prima che, visto in piedi, le sembra ancora più giovane di prima. “Si sieda signora che le provo la pressione e la saturazione”.
“Grazie” risponde con affanno la donna.
La pressione è nei limiti, la saturazione d’ossigeno periferica in aria ambiente è 92%. La donna viene inviata in radiologia per una radiografia del torace, dopo aver eseguito un elettrocardiogramma che risulta normale.
Teresa aspetta davanti alla sala di radiologia e quando la chiamano si alza ma ha un senso di mancamento tanto che cadrebbe a terra priva di coscienza se non venisse sostenuta da un’infermiera che la invita a stendersi su un lettino.
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